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Affitti

Cedolare secca

Le novità e i riferimenti di legge sulla cedolare secca (Aggiornamento 2020):

Anno 2020: confermate le aliquote precedenti

Anno 2018-2019: Cedolare secca confermata l’aliquota ridotta al 10% solo per le locazioni abitative a canone concordato in alcuni Comuni (contratti prima casa, transitori e per studenti universitari). Per i contratti a canone libero l’aliquota è al 21%.

Anno 2014: (Piano Casa) approvata la riduzione della cedolare secca dal 15% al 10% solo per le locazioni a canone concordato, per il quadriennio 2014-2017

Anno 2013: riduzione dal 19% al 15% dell’aliquota della cedolare secca applicata ai contratti a canone concordato. Per le altre tipologie contrattuali abitativa, cedolare secca al 21%.

Attenzione: sul reddito assoggettato a cedolare e sulla cedolare stessa non possono essere fatti valere rispettivamente oneri deducibili e detrazioni.

La cedolare secca sugli affitti è un’imposta fissa facoltativa che, se scelta, sostituisce quelle ordinariamente dovute sulle locazioni e, cioè:

– l’Irpef e le addizionali sul reddito degli affitti;
– l’imposta di registro e l’imposta di bollo alla registrazione;
– l’imposta di registro sulle risoluzioni e proroghe del contratto di locazione;
– l’imposta di bollo, se dovuta, sulle risoluzioni e proroghe del contratto.

In caso di proroga del contratto, è necessario confermare l’opzione della cedolare secca contestualmente alla comunicazione di proroga. La conferma dell’opzione deve essere effettuata entro 30 giorni dalla scadenza del contratto o di una precedente proroga.

L’opzione può essere esercitata per unità immobiliari appartenenti alle categorie catastali A da A1 a A11 (esclusa l’A10 – uffici o studi privati), locate a uso abitativo e per le relative pertinenze locate congiuntamente all’abitazione.

La scelta per la cedolare secca implica la rinuncia alla facoltà di chiedere, per tutta la durata dell’opzione, l’aggiornamento del canone di locazione, anche se è previsto nel contratto, inclusa la variazione accertata dall’Istat dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati dell’anno precedente.

Per maggiori chiarimenti o per specifiche problematiche, non esitate a contattarci.

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